Porosità
Poesie
“La porosità di un materiale è una grandezza scalare ed è genericamente definita come il rapporto tra il volume dei vuoti (pori), Vp ed il volume totale Vm del materiale considerato. […] La porosità è, inoltre, un parametro fondamentale in geotecnica per la classificazione delle rocce in base alle loro caratteristiche di permeabilità per la determinazione del loro comportamento sotto carico nelle diverse condizioni di saturazione.” – Wikipedia. Quanto siamo porosi? Quando siamo porosi? Diventiamo impermeabili? No. La mia roccia rotolando sulla riva del mare della vita ha perso spigolosità e vuoti, assorbendo all’interno l’energia dell’universo. Il continuo rotolare la rende sassolini e poi sabbia, ma la sua porosità ed energia non va persa, si distribuisce nel tempo e nello spazio. Ai posteri amanti della poesia, lascio la mia roccia porosa all’amore ed ai sentimenti struggenti, mentre di sassolini sono pieni gli altri miei libri. Mi spiego… La mia copiosa produzione di poesie iniziò all’età di tredici anni, per esaurirsi quasi completamente nella prima metà dei miei trenta. Oggi ne ho quarantanove e, a parte le poche che ho decantato nei circoli poetici di S. Lorenzo a Roma, o che hanno partecipato a premi letterari, ho sempre considerato tutte le mie poesie un deposito esterno, esclusivo e privato del mio sentire. Ora le mie poesie sono memoria, memoria di momenti, poiché il poeta ha una strana compulsiva attitudine verso i fogli bianchi… talvolta non può fare a meno di impregnarli di sé stesso. Ma quale sé stesso se l’uomo è in continuo divenire?
Le poesie di questa raccolta, non impaginate in ordine cronologico, sono una selezione appartenente ad un arco di età che va dai ventidue alla prima metà dei miei trent’anni, con la sola eccezione di un paio di titoli risalenti ad un periodo più recente. Io non sono più un poeta nel senso stretto del termine, sebbene i miei libri contengano un certo grado di poesia. Quando ho capito che i miei scritti poetici erano più spesso legati all’esperienza del dolore che a quella della gioia era già tardi… era già tempo che non sentivo più la necessità impellente di riversarmi sopra un foglio bianco. Ho scelto definitivamente la porosità alla gioia, e nella gioia la mia poesia si è liberata dallo spazio circoscritto del foglio per librarsi nell’immensità della vita. La felicità interiore, quella che una volta raggiunta nessuno potrà mai più toglierci, ci fa esprimere e condividere gesti e sorrisi graziosi più che i tormenti del cuore e dell’anima, poiché questi ultimi, pur continuando ad esistere ed essere vissuti con altrettanto intenso struggimento, abitano un altro livello, dove si trasformano presto in energia positiva. Ero un’ottimista anche al tempo in cui tiravo fuori sentimenti a dir poco strazianti. Ma allora non avevo ancora imparato a prendermi cura della felicità interiore, che rafforza fino al punto di renderci invincibili nel superare i momenti in cui la vita ci rivela il dolore. È nostro compito verso noi stessi e gli altri cercare di creare attivamente spazi dove coltivare la gioia.
Le poesie che andrete a leggere sono quasi del tutto in versione originale, ovvero non rielaborate, se non per qualche ritocco riguardante la metrica. Sì, perché avevo ed ho rispetto dell’Ispirazione e quando questa parla attraverso lo scrittore od il poeta, si deve lasciarla parlare. Dunque… varie licenze poetiche e invenzioni linguistiche!
Mi sento nuda ora, ma sono felice di aver consegnato ai miei lettori un pezzettino di letteratura che non dovrà morire con me, in quanto è stata creata ed esiste, ed ha un suo proprio diritto di diffusione che il mio amore per la privacy le ha sin ora negato. La scelta lungamente ponderata di pubblicare questa selezione di scritti molto intimi e privati nasce infatti dalla consapevolezza che il frutto dell’ispirazione di un poeta ha un senso universale che si compie unicamente attraverso la sua divulgazione.
Rossana Condoleo
Porosità: Poesie